Resoconto Della Stagione Sportiva 2013/2014 Della Fondazione Carlo Valente Onlus
È tempo di bilanci per la fondazione Carlo Valente ONLUS, che, in attesa di ripartire dopo la pausa estiva, tira le somme dell’anno sportivo 2013/2014, coinvolgendo direttamente i protagonisti delle diverse iniziative sportive promosse dalla Fondazione.
A offrire un valore aggiunto in tal senso è stato lo staff di esperti in psicologia dello sport di Sportivamente – Servizio di Psicologia dello Sport, che da circa un anno supporta la Fondazione per garantire il monitoraggio delle attività sportive promosse con l’obiettivo di valutarne l’andamento, le ricadute in termini di autoefficacia percepita e i possibili sviluppi futuri indagando, anche, la soddisfazione dell’utenza coinvolta.
La Fondazione Carlo Valente ONLUS ha nel suo DNA la causa dell’azione positiva dello sport a favore delle persone con disagio mentale e l’anno sportivo appena trascorso non ha fatto eccezioni. Ne sono dimostrazione la settima edizione del campionato di Calcetto “Insieme nel Pallone”, la terza edizione del progetto Tennis "Insieme Sotto Rete" e la seconda edizione del “Corso di Equitazione”.
Il principio alla base dell’organizzazione di questi progetti è che le attività sportive proposte nascono e si realizzano in un contesto ben definito fatto di regolamenti, etica e comportamenti approvati e riconosciuti da tutti gli operatori, gli allenatori, i compagni di squadra e gli amici che partecipano alle diverse attività. Ciò permette una canalizzazione positiva delle proprie energie, che, se non controllate, possono risultare anche auto-distruttive.
Lo svolgersi delle esperienze sul campo e i dati della ricerca scientifica dimostrano, senza alcun dubbio, che esiste una stretta connessione tra patologia, azione terapeutica ed educativa. La prima offre spunti e criteri di orientamento operativo per le seconde, i cui risultati possono anche modificare il quadro clinico di partenza.
La valutazione inerente le iniziative intraprese in questi tre progetti è stata effettuata tramite l’analisi di questionari di monitoraggio delle attività sportive, somministrati agli utenti al termine o durante il periodo di svolgimento delle attività. Il questionario, autosomministrato o somministrato con l’aiuto degli operatori coinvolti nei tre progetti, è stato strutturato per indagare alcuni aspetti rilevanti inerenti al grado di partecipazione e di gradimento delle attività da parte degli utenti. Inoltre sono stati rilevati gli aspetti emozionali legati all’attività sportiva intrapresa e un’analisi della qualità dei rapporti interpersonali che si sono sviluppati durante l’esperienza sportiva con allenatori, maestri e gruppo dei beneficiari. Infine è stato chiesto agli utenti quanto l’esperienza sportiva li avesse soddisfatti e cambiati e se ci fossero discipline alternative a quelle praticate che vorrebbero provare in progettualità future.
Sono stati somministrati in totale 106 questionari (83 per il progetto Insieme nel Pallone, 5 per Insieme Sotto Rete e 18 per il Corso di Equitazione). La grande maggioranza degli intervistati (quasi il 97%) trova piacere a praticare un’attività sportiva (fig.1). La piacevolezza dell’esperienza sportiva è un elemento cruciale per mantenere alta la motivazione a partecipare, mettendo in secondo piano gli aspetti competitivi dell’attività. Ciò permettere agli utenti di effettuare attività con costanza e gradevolezza. Dei 106 soggetti intervistati il 76% ha già praticato sport in altre occasioni, mentre il restante 24% è alla prima esperienza (fig.2). Questo è un dato positivo. Ciò implica che sono stati inseriti nuovi beneficiari all’interno dei progetti della Fondazione, aumentando il bacino di utenti che possono usufruire delle attività sportive.
I risultati delle analisi effettuate evidenziano come le motivazioni a praticare sport possono essere molteplici, anche se a prevalere sono il divertimento, il piacere di fare parte di una squadra e il volersi mantenere in forma (fig.3, fig.4, fig.5). Tali motivazioni trovano un riscontro quando gli utenti si raccontano, descrivendo le proprie emozioni e i cambiamenti positivi che percepiscono da quando hanno iniziato a svolgere tali discipline. “Mi piace stare insieme agli amici e vivere lo spirito di squadra”, “Mi piace la collaborazione e il gioco con gli altri”; “Mi piace il sano agonismo per difendere qualcosa e di conseguenza sentirmi utile alla squadra”; “Il rapporto tra uomo e animale mi consente un alienamento dai problemi quotidiani e il coinvolgimento di nuovi sensazioni”. Queste sono alcune delle testimonianze emerse dal monitoraggio svolto.
Indagando gli aspetti emotivi legati alla partecipazione all’attività sportiva, l’emozione prevalente per gli utenti intervistati è la felicità, seguita da sorpresa (probabilmente legata alla percezione di avere delle capacità inespresse che sono venute fuori tramite la partecipazione all’attività sportiva) e paura.
Questa emozione, con tutta probabilità, è strettamente collegata alla percezione di non sentirsi all’altezza di affrontare le situazioni ambientali che il contesto richiede o di fallire nelle prove che gli utenti sono invitati a superare. Banalmente anche la paura di farsi male potrebbe essere una motivazione che attiva questo tipo di emozione. Sarebbe interessante in valutazioni future approfondire le cause che portano a provare questa emozione, per capire le eventuali ricadute in termini di qualità dell’esperienza provata. Tra i cambiamenti percepiti, accanto ai tradizionali risultati di tipo fisico, si riscontrano anche percezione di maggiore tranquillità, maggiore coraggio, sicurezza e autostima. Anche i rapporti con gli altri membri del gruppo e con gli allenatori o i tecnici di riferimento che seguono gli utenti durante l’attività sportiva, sono descritti dalla quasi totalità degli intervistati come caratterizzati da disponibilità e reciprocità. Gli utenti si trovano bene con i propri compagni e con il proprio gruppo di amici, e gli allenatori/maestri sono percepiti come figure positive sui cui poter fare affidamento. In ultima analisi è stato richiesto ai soggetti intervistati di valutare su una scala a dieci passi (da 1 a 10), il grado di soddisfazione percepito dell’attività che hanno intrapreso. Il livello di soddisfazione può essere considerato medio-alto. Il feedback dato dagli utenti finali che hanno partecipato ai progetti e risposto ai questionari, suggerisce che è auspicabile continuare sulla strada tracciata dalla Fondazione in questi anni. È importante continuare a garantire opportunità di svago e di divertimento a questo delicato target di pazienti afferenti ai servizi psichiatrici del territorio, per le evidenti ricadute in termini di maggior benessere individuale e autostima che queste azioni comportano.
Questo evidenzia quanto lo sport può essere considerato a tutti gli effetti come una vera e propria terapia integrativa all'interno dei diversi percorsi riabilitativi individuali dei singoli utenti, a prescindere dal tipo di disabilità che li colpisce. Per concludere possiamo affermare che le attività proposte dalla Fondazione Carlo Valente ONLUS organizzate lo scorso anno sportivo hanno riscosso successo e soddisfazione tra gli utenti che vi hanno partecipato. Lo sport, in questo contesto, è il mezzo con cui possiamo agire attivamente sui processi mentali, cognitivi e dinamici con l’obiettivo realistico di migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone che vi partecipano, con particolare riferimento ai soggetti che presentano un disturbo mentale di vario genere. Lo sport diventa veicolo di sviluppo di nuove idee per affrontare le sfide dell'integrazione sociale e offrire alle persone l'opportunità di interagire e collegarsi ad una rete sociale più ampia, aiutandole a sviluppare relazioni positive.
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