PORRO FAMIGLIA

La famiglia Porro, che da pubblici atti risulta risiedere in Andria sin dall’inizio del Cinquecento, ebbe continuità e sviluppo fino alla presente generazione attraverso una serie ininterrotta di saggi e probi uomini, di elette e virtuose donne.

I Porro, per vincoli di nozze, s’imparentarono successivamente con distinti casati della città e della regione, quali Longo (1560 circa), Brudaglio (1650 circa), Scazzilli (1700 circa), Paradies (1770 circa), Jannuzzi (1830), Durso (1873), Scardinale (1920).

Nutrita di quella originaria nobiltà che ai nomi migliori di nostra gente deriva dal proficuo amore all’agricoltura e dal costante esercizio della virtù, la famiglia Porro curò sempre con sagace prudenza il patrimonio agrario accrescendolo man mano con illuminate iniziative, mentre dava alla città uomini eminenti per virtù civili e religiose.

I fratelli Giovanni e Michele Porro furono, tra la fine del 700 e l’inizio dell’800, Canonici della Cattedrale, ancora ricordati per alto spirito di rettitudine e di pietà. Essi stessi, con l’altro fratello Francesco Paolo, acquistarono nel 1817 dal Duca di Andria, Don Francesco Carafa, un esteso latifondo denominato « Quadrone », che fu sempre cura amorevole delle successive generazioni.

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Nicola Porro, durante i primi moti del Risorgimento italiano, partecipò attivamente al patriottico movimento, così che nel 1825 fu denunziato e condannato, insieme ad altri 23 andriesi, come «settario.

Riccardo Porro fu Guardia d’onore di Ferdinando II, che sceglieva in ogni città del Regno le famiglie più cospicue per tenerle legate al suo trono vacillante.

Stefano Porro, per le sue spiccate doti sacerdotali, fu da Leone XIII nominato Vescovo di Cesaropoli. Attivo coadiutore del Vescovo di Andria infermo, fu per la sua città largamente munifico in molteplici opere di culto, specialmente con la costruzione, a tutte sue spese, di un importante tempio a tre navate intitolato alla SS. Vergine Immacolata.

Erede di così nobili tradizioni familiari è oggi Vincenzo Porro, figlio di Giovanni, coniugato con la nobildonna signora Maria Scardinale di Gravina. Alacre ed appassionato agricoltore quanto noto e perfetto gentiluomo, egli ha portato nell’azienda avita quello spirito moderno di riforma razionale che deve ormai potenziare le intime ricchezze della terra italiana e pugliese in particolare.

I Porro, che nel 700 abitarono la bella casa barocca in Via Corrado IV di Svevia e nell’800 l’ampia casa in via De Anellis – tuttora abitata da congiunti -, ebbero anche un palazzo in Piazza Umberto I, che appunto Vincenzo rifece ed ampliò con un ricco prospetto moderno.

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Egli stesso acquistò, sistemandola con ogni conforto, una magnifica villa sulla via di Corato, mentre ogni cespite dell’economia familiare riordinò con sagace larghezza di vedute. Ma la sua cura particolare fu ed è la masseria « Quadrone » che, man mano migliorata, dai suoi avi, è stata per la sua fervida iniziativa arricchita con vasto vigneto esemplare e moderno stabilimento vinicolo.

Così la famiglia Porro prosegue il suo retto cammino utile a sè ed agli altri, seguendo l’esempio degli antenati, segnando la guida ai discendenti, sotto gli auspici infallibili della Croce di Cristo e del Littorio d’Italia.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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