POPOLIZIO MICHELE NOTAIO

La famiglia Popolizio di Gravina, si trasferì da Altamura in questa città nella seconda metà del secolo XVIII ed ebbe a suo capostipite in Gravina Vincenzo Popolizio. Questi, sposatosi con Serafina Vadursi, antica famiglia gravinese di rango civile, impiantò in Gravina una industria agricola-armentizia che fu portata a notevole importanza dal figlio Bernardino. Costui sposò Antonia Ricca di Grottole, anche essa di famiglia benestante, procreando Vincenzo e Michele che furono entrambi canonici della Cattedrale di Gravina (1820) e dottori in teologia e scienze filosofiche, e Francesco Paolo, che ereditata dal padre l’industria agricola la sviluppò maggiormente, intensificando la cultura granaria su vasti latifondo (masserie S. Domenico, Zingariello, S. Cataldo, Rifezza, Le Reni di Matera e la masseria di famiglia denominata Piedicotta) per una estensione di oltre duemila ettari. Di pari passo diede incremento all’industria armentizia ed all’allevamento dei cavalli, con oltre 4000 pecore, 300 vacche e 300 giumente come risulta dall’inventario di famiglia dell’anno 1840. Sposatosi con Maria Oliva Pellicciari, anch’essa di distinta famiglia gravinese, procreò Bernardino che fu dottore in medicina e chirurgia, Vincenzo laureato in legge, Michele notaio e Girolamo.

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La predetta famiglia imparentò con le famiglie Pelliciari, Scardinale, Marchetti, Bruno, Tota, Sottile Mininni, Spalluti e Nardone tutte famiglie distinte di Gravina, nonchè quella del marchese De Angelis Effrem di Bari.

Michele Popolizio, nato il 6 giugno 1861, dopo aver compiuto gli studi a Matera si laureò presso la R. Università di Napoli. Esplicò sin da giovane grande attività nella vita pubblica, politica ed amministrativa di Gravina.

La funzione di notaio fu per lui una missione riscuotendo la illimitata fiducia non solo dell’intera cittadinanza gravinese, ma dei comuni limitrofi e degli avvocati della curia barese.

Per molti lustri e sino alla sua morte (27 marzo 1929), resse la carica di Conciliatore di Gravina ed il popolo trovava in lui, per il suo cuore mite ed equanime, il padre amorevole più cbe il giudice, sicchè per l’autorità che aveva riusciva a comporre le più delicate vertenze. Chiamato alla vicepresidenza della Banca Cooperativa Agraria di Gravina in un periodo in cui. la Banca versava in non floride condizioni, nella qualità di Consigliere delegato sotto le Presidenze dell’ on. Pasquale Calderoni e del Barone Ettore Pomarici Santomasi, ricuperò una immensità di crediti e riportò l’Istituto a floridissime condizioni, i cui effetti si risentono tutt’ora essendo abbastanza nota l’ammirevole attività di quella Banca in Provincia.

Dal matrimonio con la nobile signora Adelina Lettieri ebbe sei figli, Maria Oliva, Francesco Paolo avvocato e notaio, Vincenzo medico chirurgo deceduto il 31 ottobre 1931, Serafina, Maddalena e Berardino. Francesco Paolo compì gli studi in Altamura e si laureò in Legge alla R. Università di Napoli. Prese parte alla guerra del 1915-1918 quale ufficiale del 12. Bersaglieri e fascista sin dal 1922. Berardino squadrista della prima ora prese parte alla Marcia su Roma ed esplica attività in Gravina con grande fede ed efficacia.

Francesco Paolo si è sposato con la signora Maria Pappagallo figlia del comm. avv. Francesco di Modugno.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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