PERSIO TOMMASO
Tommaso Persio di Castellana fu uno dei più valenti avvocati pugliesi del Secolo scorso, in ciò seguendo vetuste tradizioni familiari.
Le origini della sua famiglia non hanno precise e sicure documentazioni. Sembra ch’essa si sia trapiantata da Roma a Castellana verso il 1500 attraverso due fratelli,. l’uno dei quali si fermò nella nuova residenza e qui si accasò ed ebbe figli, e l’altro si trasferì ad Altamura, dando nascimento al ramo altamurano dei Persio.
Le prime notizie sicure intorno ad un Persio si rilevano da un documento conservato nella Chiesa Parrocchiale e comprovante la commissione fatta, verso l’inizio del 1600, allo scultore Aurelio Persio, di una statua di pietra che ancora si ammira sulla facciata di detta Chiesa.
Attraverso l’esame estetico di quest’opera si rilevano le ottime qualità di modellatore e di scalpellatore che fecero del Persio un attivo ed accreditato alimentatore della scultura religiosa di quell’epoca.
Discendenti dell’artista il cui nome è frequentemente ripetuto nella famiglia furono parecchi prelati che diedero lustro al Casato per le loro qualità morali e per la loro dottrina. Don Giulio Cesare visse nel 1600 e don Giacinto nel secolo successivo.
Quest’ultimo, nel 1780, risulta sindaco del Comune ed oculato curatore di anime e di interessi collettivi. Egli fu anche priore della antica Congrega del Purgatorio, e fu fratello di Nicola Persio, il quale si dedicò con zelo e con amore al miglioramento dei suoi beni terrieri. Egli sposò la signorina Giulia De Luca di nobile famiglia Tranese ed ebbe, fra gli altri figli, Francesco, padre di Tommaso Persio.
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Francesco Persio, nato il 12 gennaio 1804 e sposatosi con Lucia Viterbo il 20 marzo 1831, continuò con giovanile fervore le preoccupazioni e le occupazioni del padre, intese a dare incremento alla produzione dei molteplici poderi familiari.
Pronto a sentire i palpiti della più verace amicizia, egli si abbandonò con facilità a concedere fideiussioni a persone che non avevano sufficiente capacità economica ed abitudine a tener fede ai propri impegni. Fu per questo che il patrimonio avito servì a pagare i debiti.
Sembrava che l’agiatezza fosse sparita per sempre dalla casa di questo gentiluomo troppo corrivo alla pietà ed alla solidarietà, quando capitò, provvidenziale e benedetta, la .vistosa eredità dello zio materno, Tommaso De Luca, che a Trani aveva esercitato con fortuna una attività bancaria personale.
E fu la rinascita del buon don Francesco che nella sua larga figliolanza aveva trovato conforto alle sue disavventure.
Circondato dalla stima dei suoi concittadini, egli fu, fino alla morte che lo colpì il 2 settembre 1877, priore della Congrega del Purgatorio nella quale militavano i rappresentanti delle migliori famiglie di Castellana.
Gli successero il figlio primogenito Oronzo che, nato il 1834, lo aveva aiutato nell’amministrazione del familiare patrimonio e il terzogenito Tommaso che, nato il 12 luglio 1851, si era addottorato in giurisprudenza ed aveva già affermate le sue qualità di avvocato sapiente, equilibrato e distinto.
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Era stato per molti anni procuratore del compianto avvocato Ferdinando Lamberti che rappresentò il cervello più squillante e più originale dell’ambiente forense tranese dell’800.
Alla scuola di tanto maestro egli aveva agguerrito la sua cultura giuridica e ne aveva fatto strumento di successo nell’esercizio dell’avvocatura.
Il tempo gli avrebbe certo permesso affermazioni più decisive e più clamorose, ma la morte lo colpì nel 1896, quando aveva soli 43 anni, e spezzò ogni promessa del suo fervidissimo ingegno e della sua soda cultura.
Avevano avvelenata la sua fibra le reazioni del suo cuore alla inopinata scomparsa della giovane sua signora ch’egli amava di sviscerato amore e che gli aveva lasciato un figliuolo in ancor tenera età.
Questo unico figlio – Francesco – segui le elezioni paterne quanto a preferenze culturali e si laureò in giurisprudenza, distinguendosi per amore agli studi e per signorilità.
E’ stato Podestà del Comune di Castellana fra il consenso e la simpatia dei suoi amministrati ed attualmente alterna le cure del suo vistoso patrimonio con quelle del suo ufficio di conciliatore nel quale porta il suo forte senso di equilibrio e la sua nativa bontà.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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