MININNI JANNUZZI FAMIGLIA
Cospicua famiglia di Palo del Colle, derivante il cognome dai Meninni di Gravina, come racconta la tradizione locale, che narra di un Meninni, notaro, trasferitosi da Gravina a Palo nel Quattrocento. In seguito, dai discendenti, sarebbe stato acquistato l’attuale palazzo Mininni, più volte restaurato ed ampliato, dalla nobile famiglia Leone. Si conserva ancora oggi, in detto palazzo, lo stemma bello e grande, in pietra, di questa famiglia, con la data del 1594, rimosso dall’arco del portone dai nuovi padroni.
L’albero genealogico, tracciato il 1850 dall’Arciprete Andriola, in una con le lauree e i diplomi in pergamena religiosamente conservati, permettono di risalire fino a tal Leonardo Mininni, padre di Antoniello, primo cittadino di Palo i11509. Si succedono poi prelati, giuristi e magistrati; il 1676 la scuola salernitana conferisce a Gerolamo Mininni un diploma di laurea in utroque, assai finemente miniato su pergamena a spese del laureato, come asserisce il testo, adorno dello stemma di famiglia.
Degno di ricordo è anche un Giuseppe « historicus et politicus » come dice la leggenda del ritratto ad olio, di mano di ignoto, custodito in casa Mininni, nato il 1750, morto il 1817, insignito di diploma e speciale privilegio, miniati su pergamena, il 1778, dalla stessa gloriosa scuola di Salerno. Quali rapporti di parentela corressero tra i membri di questa famiglia e il poeta Federico Meninni, noto ai cultori di storia letteraria, non è possibile accertare; il nome Federico, dopo il Giuseppe predetto, ricorre di frequente nei discendenti.
Durante il secolo scorso, belle figure di prelati e di magistrati continuarono le gentilesche tradizioni di pietà e di dottrina di questa casata. Basterà ricordare Vito Felice, per umiltà rinunciatario alla carica di Vescovo di Lucera, e Vincenzo Nicola, presidente della Corte di Appello di Trani: non va dimenticato infine che a Vincenzo Luigi (1793-1879) furono affidati, dal Borbone allora regnante, delicati incarichi politico-amministrativi, assolti con fedeltà ed onore. Da Francesca dei nobili Iannuzzi, che quest’ultimo tolse in moglie, derivò, nei discendenti, il secondo cognome Iannuzzi, conservato dai memori viventi per distinguersi agli altri numerosi rami Mininni nei quali si ripetono gli stessi nomi: così si spiegano i doppi cognomi Mininni-Dusmet, Mininni-Marzano, Mininni Sava, Mininni Caracciolo, Mininni-De Gemmis.
Vero tipo di gentiluomo d’altri tempi e di altra vita fu Giuseppe, figlio di Vincenzo Luigi, che, dopo aver tolto in moglie Angelina Gimma (discendente di quell’abate Giacinto Gimma, orgoglio di Bari, che lo ricorda con una delle sue più belle vie – v. ora voce Gimma in Gr. Encicl. Ital.), visse gran parte di sua vita in villa, attendendo a curare, migliorare, accrescere l’avito patrimonio.
Figli di Giuseppe sono i viventi:
l. – Cav. Avv. Vincenzo, n. 1867, sposato il 6 maggio 1896 con Maria Zonno, orbato dell’unico figlio Giuseppe, n. 1898, il 1917;
2. – Cav. Vito, n. 1873, sposato il 3 luglio 1899 con Maria Giuseppina Zonno, padre di Giuseppe n. 1900, di Angelina n. 1901 e maritata al Cav. Vincenzo Ricchioni fu Francesco Paolo il 4 aprile 1921, del Cav. Prof. Salvatore, n. 1902, dell’Avv. Vincenzo – a sua volta sposato con Elena Mininni-Dusmet il 25 ottobre 1933 e padre della piccola Maria Giuseppina, n. 1934, del Ten. Dott. Ignazio, n. 1907.
3. – Cav. Ignazio, n. 1877, appassionato cultore di zootecnica e di agricoltura;
4. – Teresa, n. 1879, vedova del Giudice Cav. Sabino Caporale.
5. – Francesca, n. 1882, maritata al Cav. Giuseppe Tarulli il 6 settembre 1903;
6. – Ippolita, n. 1884, maritata all’Avv. Cav. Michele Stea il 30 novembre 1910;
7. – Cav. Pasquale, n. 1886, sposato con Felicita Sbisà il 20 luglio 1912, padre di Angelina n. 1921 e di Giuseppe, n. 1924.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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