LONIGRO GIUSEPPE E LUIGI
Ecco un’altra azienda industriale che onora la città di Bari ed i suoi coraggiosi ed operosi cittadini.
L’ardimento e la laboriosità sono precipue doti del Lonigro. Il nonno Giuseppe fu un uomo che, verso la prima metà dell’800, seppe affermarsi nel campo della primordiale industria barese, anticipando i nuovi tempi.
Egli impiantò infatti nella sua casa di campagna posta al di là della vecchia cinta del Borgo Vecchio e propriamente dove ora sorge sontuoso il palazzo della Rinascente, un trappeto con annesso molino a trazione animale che fece la sua modesta fortuna.
Non era il solo, in quei tempi, ad avere di simili rudimentali industrie. V’erano altri molitori dentro e fuori la città vecchia. Sull’asse dell’attuale via Vittorio Veneto vi erano i mulini di Pasquale Ranieri, di Padolecchia e di un certo Magno che si possono chiamare i pionieri dell’industria molitoria barese.
***
Giuseppe Lonigro seniore li superò tutti per fattività e per senso di equilibrio.
Il figlio Luigi, degno erede di queste tradizioni paterne, si diede anch’egli alla piccola industria, ma non a quella della molitura del grano, bensì a quella della fabbricazione del sapone per uso famigliare, che allora era completamente sconosciuta nella nostra provincia.
Creò la prima fabbrica al di là della chiesa di San Francesco fra gli orti che sorridevano alle zone suburbane della Bari ottocentesca e precisamente all’incrocio attuale tra via Napoli e via Pietro Ravanas. La fabbrica ebbe fortuna e Luigi Lonigro potette guardare all’avvenire con fiducia. La sua famiglia si allargava frattanto con la nascita del figliuolo Giuseppe ed aumentava la somma delle responsabilità.
Di qui la necessità di dare maggior tono alla sua industria, cosa che egli fece con ammirevole alacrità.
E la fabbrica avrebbe allargato i suoi tentacoli dalla sua vecchia e primitiva positura, se non fosse sopravvenuto, verso il 1898, l’aumento del dazio di entrata sull’olio.
Per evitare questo maggior peso, Luigi Lonigro trasportò i suoi penati alla via di Modugno, e precisamente là dove poi sorse l’Opificio metallurgico di Spangher, dirimpetto ai capannoni di proprietà Scannicchio, attualmente occupati dalla Ditta Feltrinelli.
Ma anche qui la fabbrica rimase ben poco tempo giacchè, con l’acquisto di alcuni suoli posti all’odierna Estramurale Capruzzi ed in prossimità della via che mena a Taranto, egli credette opportuno di utilizzare la sua proprietà e di creare una fabbrica degna delle esigenze moderne.
Ad accrescere il potenziamento della nuova azienda sui cui congegni meccanici aleggia ancora oggi lo spirito di lui, valse l’opera del giovane figlio Giuseppe, il quale, fin dall’età di 15 anni, fu il collocatore intelligente ed instancabile del sapone prodotto nell’azienda paterna. Questo eletto campione della nostra stirpe non conobbe soste e stanchezze e quotidianamente girò in lungo ed in largo la Puglia, la Lucania e la Terra, di Lavoro imponendosi dovunque con la sua abilità tecnica e con la bontà del prodotto.
***
Fu così che quando Luigi Lonigro, a soli 54 anni, chiuse per sempre i suoi occhi alla vita il 30 luglio 1894, aveva già pronta una forza, sangue del suo sangue, che avrebbe continuato degnamente la direzione e la galvanizzazione della sua ormai accreditata azienda.
Ma Giuseppe Lonigro era ancora troppo giovane per avere la capacità legale atta a sovrintendere commercialmente alla complessa attività ereditata dal padre. Occorsero le note procedure giudiziarie per dichiararlo emancipato e capace.
Ma egli già possedeva da tempo la competenza reale a tenere il comando della fabbrica famigliare.
***
Audace più del padre e più del nonno, sommamente fiducioso delle sue native energie e nelle sue intuizioni d’industriale e di uomo di affari, Giuseppe Lonigro potenziò ben presto, ed in maniera davvero singolare, la sua azienda.
Essa raggiunse una produzione che richiedeva l’impiego di circa 2500 quintali di olio all’anno, ond’è che ravvisò la necessità di collegare alla sua fabbrica di sapone un opificio per l’estrazione dell’olio dalla sansa. Dalla ideazione alla realizzazione passò brevissimo tempo: in meno di un anno, in un suolo precedentemente acquistato sulla via di Santo Spirito, sorse il grandioso oleificio che forma una vistosa parte del patrimonio industriale barese.
Giuseppe Lonigro, col sorriso e con la cordialità che gli sono abituali, parla di questo stabilimento, che lo onora moltissimo, come della sua migliore creatura. Egli dice che prima accumulò la sansa e poi creò lo stabilimento, che doveva lavorarla e cangiarla in olio limpidissimo e fecondo di altri frutti.
Raccontano infatti coloro che ricordano l’ episodio, che verso la fine del 1922 cominciarono a sorgere, in quella contrada, autentiche montagne di sansa che parvero ingiustificate e che impressionarono i detentori di industrie olearie similari. Nessuno, infatti, pensava che questa sansa venisse accumulata per dare alimento ad una delle più complesse fabbriche Baresi di olio estratto col sistema del solfura di carbonio.
Sorsero subito dopo le immense aule per i bollitoi e pei congegni accessori; sorsero i saloni per le motrici a vapore; e così, verso la prima metà del 1923, la fabbrica potè iniziare la sua vita feconda, nel clangore delle macchine crismate dalla ostinata volontà di questo uomo che ancora oggi, a 63 anni, pratica la più intensa operosità e s’impone, per capacità organizzativa e direttiva, alla considerazione dei migliori esponenti dell’industria olearia meccanica nazionale.
***
Confortano questa esistenza attivissima i giovani che sono nati dal suo matrimonio con la signorina Crescenza Milella e che sono tutti degni della nobilissima tradizione famigliare.
Giuseppe Lonigro, amante com’è dei tesori e delle consolazioni offerti dalla composta armonia famigliare, ha avuto molti figli di cui otto maschi sono ormai fra le ramificazioni più robuste del ceppo Lonigriano: Luigi dirige la fabbrica dei saponi, e Girolamo, coadiuvato dal fratello Michele, dirige l’Oleificio che, per l’apporto che esso reca al risveglio della Regione Pugliese, e per la sua continua ascesa, è un elemento non trascurabile di sicurezza e di fiducia nel definitivo assetto della vita economica nazionale.
Temperamento tenace di lavoratore, animato da una inflessibile ed intelligente volontà, Giuseppe Lonigro rappresenta il potenziatore magnifico di un’azienda di prim’ordine, rinnovatore agile e dinamico di congegnature industriali, la guida fervida ed instancabile dei figliuoli che sono degni di lui.
***
Nell’evoluzione per il mirabile progresso moderno che in tutti i settori dell’umana attività avanza verso il sempre crescente benessere sociale, un magnifico campo di affermazione hanno trovato, in questi primi decenni del secolo XX, le scienze chimiche: la fabbrica di olio di Giuseppe Lonigro è una delle più superbe affermazioni in tale campo rappresenta una economia solida, sana e duratura, come la vuole il nostro spirito di lavoratori italiani, abituati alla lotta ed alla fatica, sobrii se la necessità lo richiede, forti e sereni sempre.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it
Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica: