LOGOLUSO PIETRO E GIUSEPPE
La famiglia Logoluso, che si vuole oriunda di Grecia, si stabilì in Bisceglie in epoca remota, e fin d’allora era dedita all’agricoltura. Attraverso i tempi arriviamo alla fine del 1700, epoca in cui un Pietro Logoluso ebbe rinomanza per la sua attività nell’agricoltura e la sua forte posizione economica. Ma i tempi turbinosi e le vicende politiche dovevano sconvolgere una situazione veramente invidiabile.
Infatti l’unico di lui figlio e successore, nella persona di Nicolantonio Logoluso fu, come tanti, perseguitato dal governo Borbonico e per oltre un decennio perdette la guida della propria famiglia, fino al 1860, quando Garibaldi venne in soccorso di questi liberali con la cacciata dei Borboni.
In tutto questo periodo tutto il patrimonio paterno andò in gran parte distrutto ed i figli di Nicolantonio Logoluso, educati alla men peggio dal nonno paterno, dovettero rifare faticosamente in parte il perduto patrimonio.
Il Nicolantonio Logoluso istituì in Bisceglie la Società di Mutuo Soccorso « Roma Intangibile », società patriottica, che fu la quarta istituita in quei tempi in tutta Italia, e ne fu Presidente.
Si ebbe gli encomi dello stesso Garibaldi e la famiglia Logoluso conserva ancora due autografi del grande Generale.
Il Nicolantonio Logoluso ebbe tre figli dediti all’agricoltura; uno di questi a nome dell’avo, Pietro Logoluso, abbracciò oltre all’agricoltura, anche la branca commerciale. Entrambe queste due branche fiorirono in modo soddisfacente specialmente con l’ausilio due figli del Pietro Logoluso: Antonio e Giuseppe.
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L’Antonio, già defunto, e padre del R. Console d’Italia Tonino Logoluso, diè forte incremento non solo all’agricoltura ma anche di commercio internazionale specialmente coi petroli che ritirava a carichi interi con piroscafi di grossa portata, dall’America e dalla Rumenia, provvedendone a gran parte dell’Italia meridionale e istituendo a Bisceglie i « Magazzini Generali », che ebbero eco in tutte le Puglie e nella Lucania.
Giuseppe Logoluso, dopo i suoi studi commerciali a Venezia, collaborò in sui primi anni col fratello Antonio; viaggiò moltissimo per ragioni commerciali in Europa, Isole Canarie ed Africa Settentrionale.
Si distaccò dal fratello per dedicarsi completamente al commercio vinicolo, senza abbandonare anch’egli la branca agricola, cui sentiva sempre un attaccamento come membro di quella famiglia di appassionati agricoltori.
Diede grande sviluppo al commercio vinicolo, e fu uno dei primi a esportare e far conoscere i vini italiani e specialmente pugliesi, non solamente negli allora Imperi Centrali (Germania e Austria-Ungheria) ma in Olanda, Danimarca, Svezia e Norvegia, in America, come pure nell’oriente europeo, specie in Bulgaria e nelle nostre Colonie.
Ai tempi della grande crisi vinicola, negli anni 1909-1910, istituì in Bisceglie una grande Cooperativa per la distillazione dei prodotti viticoli, forte di circa 700 soci, affluenti anche dalla provincia, che si avvantaggiarono non poco salvandosi da un disastro.
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Questa crisi che segna una parentesi, non impedì lo sviluppo sempre maggiore dell’esportazione all’estero della nostra produzione vinicola. Ma la grande guerra, e specialmente il dopo guerra che slegò e sconcertò il mondo intero, segnò la fine della tappa, per cui Giuseppe Logoluso, uomo sempre attivo e tenace, si dedicò completamente all’agricoltura dando incremento alle sue proprietà rustiche, che oggi sono fra le più fiorenti in Puglia. Basta visitare i suoi vigneti di uve da tavola per la esportazione; basta visitare i suoi vasti oliveti ed i suoi mandorleti, tanto in agro di Bisceglie quanto in agro di Trani, di Cerignola, ecc., per avere la sensazione di quello che ha potuto trasformare e migliorare quest’uomo, coadiuvato nell’intensa attività della sua azienda dai figli, che sulle orme del padre, seguono l’esempio della sua instancabile operosità.
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Egli che fu uno dei pionieri, come abbiamo detto, del commercio e dell’agricoltura, non tralasciò la politica militante e quando le orde rosse devastarono in Bisceglie il suo stabilimento vinicolo, nel febbraio 1921, egli, che fra i primi aveva abbracciata la causa fascista, chiamando all’appello tutti i propugnanti la stessa causa, costituì in Bisceglie la Sezione dei Fasci di Combattimento.
E’ stato per molti anni Presidente della locale Federazione Fascista Agricoltori; Consigliere di Amministrazione della Federazione Provinciale Fascista degli Agricoltori di Terra di Bari. Il 1927 rappresentò la Provincia di Bari al Congresso Internazionale Antiproibizionista che si tenne in Roma. E’ stato per oltre tre anni Commissario Prefettizio del Consorzio Provinciale Olivicultori di Bari. Per molti anni fu e lo è tuttora Commissario di sconto al Banco di Napoli.
Ora Giuseppe Logoluso, in età un po’ avanzata, ma sempre giovane di spirito, lo s’incontra volentieri nella sua cara Bisceglie nella casa avita, ma specialmente nella sua villa poco distante dalla città, contornata di palmizi e di vigneti della bell’uva «Baresana» da tavola, ove trascorre alcuni mesi dell’anno, confortato dai suoi due figli, dal sorriso dei nipotini e dall’affetto dei famigliari.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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