LAROCCA LORENZO
Nel 1878 il cav. Lorenzo Larocca fu Antonio, appartenente a cospicua famiglia lucana, dedicatasi di generazione in generazione al commercio, si trasferì a Bari, poichè ebbe fiducia nell’avvenire di questa città.
Bari, egli considerò sua città di adozione e ad essa ed ai baresi dimostrò tutto il suo attaccamento.
Coniugatosi con Elisabetta Lorusso, figlia di noto commerciante di Bari, ebbe cinque figliuoli, fra i quali l’On. Antonio Larocca, attuale proprietario della Ditta.
La fondazione della Casa Commerciale Larocca risale, quindi, ad un periodo che è strettamente legato alla grande ascesa della nostra città. E fu seguendo lo stesso ritmo dello sviluppo di Bari che la Ditta prosperò.
Di questa entrò a far parte, diciassettenne appena, il figliuolo Antonio, il quale, seguendo con tenacia le tradizioni familiari, dedicò all’azienda tutto sè stesso, dando inizio anche ad un’attività industriale che si rivelò suscettibile di forte incremento.
Ravvisando in lui la fattività tipicamente barese, il padre lo nominò ben presto suo procuratore generale.
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Presentemente la Ditta Larocca dispone di un’azienda commerciale di considerevole importanza, la quale si dedica all’importazione delle derrate alimentari in genere; attraverso una filiale, nel frattempo, impiantata a Napoli, essa ha potuto, specialmente nel lavoro dei baccalari, imporsi sul mercato nazionale. Dispone inoltre di una fabbrica di conserve alimentari, tecnicamente organizzata, la quale occupa sino a 600 operai e concorre alla valorizzazione dei prodotti agricoli della nostra regione.
Dalla lavorazione del pomodoro, la medesima è passata successivamente alla produzione di polpa di frutta e marmellate. Tali prodotti varcano i confini con crescente successo, giacchè ogni azione commerciale viene dal Larocca riguardata non soltanto sotto il punto di vista mercantile, ma anche -con maggiore ampiezza di vedute – sotto il profilo della espansione nazionale sui mercati esteri, per l’affermazione del buon nome italiano.
Recentemente egli ha impiantato, con criteri modernissimi, uno stabilimento in Bari per la lavorazione del baccalà, dando anche in questo prova di squisita sensibilità nazionale.
Il Fascismo, fin dal suo sorgere, ebbe Antonio Larocca ha le sue file, attivo ed appassionato. Di pari passo con le affermazioni nel campo commerciale procedettero quelle nel campo politico, e gli furono affidate cariche importanti.
Egli fu Presidente, fin dai primordi, dell’O. N. B. di Terra di Bari. Tale carica lo mise in luce nell’ambiente politico, giacchè rivelò il suo spirito intraprendente e volitivo. L’organizzazione balillistica di Terra di Bari ben può dirsi legata a quest’uomo. Egli fu fra i primi insigniti della medaglia d’oro dal Capo del Governo per l’azione svolta.
Fu Commissario del Fascio di Bari e Segretario Federale.
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Non appena si delineò la possibilità di dotare Bari di quel magnifico strumento di espansione che è la Fiera del Levante, egli fu chiamato a far parte del Comitato Organizzatore. Dal 1930 il Senatore De Tullio, primo Presidente della Fiera del Levante, lo ebbe al suo fianco in qualità di Consigliere Delegato. Nel 1931 fu nominato Presidente dell’Ente, e le manifestazioni succedutesi rappresentano altrettante tappe luminose di un cammino veramente trionfale di questa istituzione che il Duce definì «magnifico esempio di volontà tenace e di spirito di organizzazione».
Nè qui si ferma l’attività del Larocca, che già era stato intanto designato Deputato al Parlamento. Egli fu chiamato a presiedere due Federazioni Nazionali di categoria ed a far parte del Consiglio Nazionale della Confederazione dei Commercianti. Successivamente S. E. Volpi, Presidente della Confederazione degli Industriali, lo chiamò a far parte della Giunta Esecutiva della sua Confederazione. E recentemente è stato chiamato a far parte della Giunta della Confederazione dei Commercianti.
Egli fa parte, inoltre, in qualità di Amministratore, di cospicue aziende sia nel campo industriale che in quello commerciale ed armatoriale.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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