LAMACCHIA GIACINTO E LUIGI
Giacinto e Luigi Lamacchia, i noti commercianti ed industriali dell’abbigliamento, sono nati da un forte creatore e dominatore di attività industriali baresi.
Il padre Gaetano aveva imparato dall’abituale operosità del padre suo e dei congiunti suoi tutti l’attitudine al lavoro assiduo e tenace inteso a rimuovere ogni giorno gli ostacoli, che si frapponevano al raggiungimento della sua ambizione: quella di liberarsi dai vincoli della fatica artigiana per affrontare i limiti ben più vasti e più elevati dell’industria.
Col fiorire della sua attrezzata fabbrica di botti crebbe e fiorì la sua figliolanza: Sposatosi con una Chimenti di famiglia squisitamente barese, egli ebbe molti figli addimostrandosi ancora una volta esponente verace della stirpe barese legata alle patriarcali virtù domestiche, intesa a ravvivare nella vasta progenitura non soltanto una ricchezza materiale ma sovratutto una possente fiamma fecondatrice di gioie spirituali.
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Nacquero così da questo fortunato legame, oltre agli altri figliuoli, Giacinto e Luigi, che furono avviati al commercio, nella quale attività continuarono le tradizioni paterne affermandosi per serietà, per spirito d’iniziativa e per qualità organizzative.
Essi nel 1909, giovanissimi ancora (uno di essi non aveva raggiunta la maggiore età), ma già pratici nel commercio degli articoli dello abbigliamento, si unirono in società e fondarono una casa di mode, che ben presto, per la bontà e la bellezza della merce offerta in vendita, per la disciplina dei prezzi e per gli articoli nuovi, che dai frequenti viaggi nei maggiori centri di produzione introducevano sul mercato, entrò nel cuore e nelle simpatie del nostro migliore eterno femminino.
Nel negozio dei fratelli Giacinto e Luigi Lamacchia, sorto nel bel mezzo della più frequentata strada barese (via Vittorio Veneto), si avvicendarono in una serie ininterrotta di soste le migliori signore della buona società del capoluogo e della provincia.
Furono i primi, quando ancora il commercio locale degli articoli di alta moda era esplicato in forma rudimentale, ad introdurre insieme al sistema: di vendita a prezzo fisso una perfetta organizzazione interna ed una correttezza mai smentita nel trattare gli affari.
Le trattative dell’azienda conseguivano maggiore forza acquisitiva in virtù della cornice di cordialità e di gentilezza, che.vi tenevano viva i due abili ed intelligenti titolari della ditta.
Più tardi essi, incitati dalla massa dei propri clienti, innestarono al reparto stoffe e mercerie quello per le confezioni da signore, riuscendo anche in questo campo ad affermarsi vigorosamente come ausiliatori indispensabili dell’eleganza femminile cittadina. Si può dire, senza passare per esagerati, che questa azienda assecondò il progresso mirabile della città in piena rinascita, e impose i propri gusti e la propria distinzione alla nuova borghesia barese, che balzava fuori rinfrescata ed ammodernata dal potenziamento delle attività culturali, mercantili ed industriali della Regina della Puglia.
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Come alto riconoscimento dell’attività industriale svolta dalla Ditta in data 21 luglio 1923 i fratelli Lamacchia furono insigniti del Brevetto della Real Casa e posteriormente in data 18 agosto 1925 quello di Sua Santità quali fornitori dei Sacri Palazzi Apostolici.
Fascisti della prima ora, Giacinto Lamacchia è componente del Direttorio Provinciale della Industria dell’Abbigliamento e Liugi Lamacchia fa parte del Consiglio Nazionale della Federazione dei Commercianti dell’Abbigliamento e Presidente Nazionale della Commissione tecnica per le confezioni.
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Quando or sono cinque anni la ditta Giacinto e Luigi Lamacchia celebrò il venticinquesimo anniversario della sua fondazione 1a « Gazzetta del Mezzogiorno» così accompagnò l’evento felice:
« Venuti fuori da un ceppo gagliardo che alla industria e al commercio cittadino ha dato non poche linfe vitali, i due giovani ed attivi titolari della ditta trovano oggi ragioni di gioia « nella contemplazione di quello che essi hanno dato, di opere e di audacia, al potenziamento « della loro creatura. Oggi ad essi sorride la realtà di un negozio luminoso, in cui la bontà « e la varietà della merce trova cornici esteticamente degne nelle mostre fiammanti e nelle vetrine luminose; oggi sorride ad essi la realtà di un complesso laboratorio, ove sono tramate da mani gentili le collezioni che meglio e più servono ad esaltare la bellezza dell’eterno femminino; oggi vibra intorno ad essi l’affettuosa simpatia delle innumerevoli clienti che da lustri si alternano ininterrottamente sia nel magnifico negozio che apre la chiostra delle sue infinite. grazie nel punto più centrale della nostra via maestra sia nel mirabile « atelier » « che da anni porge loro seriche vesti, mantelli vistosi e pellicce carezzevoli. Da questa fioritura di simpatie e di adesioni Giacinto e Luigi Lamacchia trarranno l’auspicio migliore per le fortune imperiture del loro commercio « e della loro industria, trarranno incitamento a perseguire le iniziative, che da pionieri « dell’industria dell’abbigliamento nelle terre del Mezzogiorno seppero affrontare 25 anni or sono ».
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Il riconoscimento del quotidiano pugliese è condiviso dal Governo Nazionale che volle premiare tanta attività col nominarli ufficiali nell’ordine della Corona d’Italia e dalla vasta clientela che in continuo pellegrinaggio si ferma ad acquistare nei vasti e numerosi reparti le ultime creazioni della moda.
E mentre si svolge questo pellegrinaggio amoroso servito da commessi e da commesse garbatissimi, i due titolari sovraintendono, gentili e indispensabili, a questo lavoro ininterrotto.
Essi conoscono gli umori ed i gusti dei loro clienti, essi anticipano ed accompagnano le innovazioni e gli sviluppi della moda femminile capricciosa ed incostante; essi hanno per tutti una parola di comprensione ed un gesto di cortesia, essi incarnano il tipo ideale del negoziante moderno, cui sorride la fiducia delle case fornitrici e quella dei numerosi clienti.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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