DI PIERRO GIACOMO

Già sin dal secolo sedicesimo si ha notizia del casato Di Pierro nel campo del lavoro agricolo. Segue poscia una ininterrotta discendenza di lavoratori terrieri, attraverso l’operosità dei quali la famiglia contribuì in gran parte allo sviluppo del paese nativo. L’azienda di cui ci occupiamo raggiunge una entità patrimoniale invidiabile, degna di essere illustrata tra le maggiori del genere. Aggiungiamo che il padre dei viventi titolari dell’azienda, Giacomo Di Pierro, ereditò dal nonno Vitonofrio il patrimonio agricolo, lo migliorò e valorizzò grandemente. Sposatosi nel 1878 con la signora Nardulli di Mola, figliuola di uno dei più quotati commercianti della provincia, Giacomo di Pierro ebbe appunto dal suocero la prima spinta all’attività industriale, che doveva diventare ben presto l’unica ragione del suo lavoro e l’inizio di un particolare incremento all’azienda medesima.

L’impianto di un trappeto moderno rappresentò poi un vero colpo di audacia, e fu per quell’epoca il più grande e meglio attrezzato stabilimento del genere, tra quanti ne esistevano allora in provincia di Bari. Nel frattempo, la famiglia di Giacomo Di Pierro si sviluppava, fino ad avere molti figliuoli, tra i quali, parecchi dediti attualmente all’attività industriale ed altri all’esercizio delle libere professioni.

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Nel 1908, con l’ausilio dei figli Giacomo, Francesco e Giovanni, Giacomo Di Pierro ingrandì e rimodernò lo stabilimento adattandolo alle nuove esigenze dell’industria modernizzata. Quello del Di Pierro fu così il primo frantoio che nella nostra provincia applicò un macchinario moderno, motorizzato, ciò che gli permise una produzione giornaliera di gran lunga superiore a quella di altri concorrenti. Altra innovazione fu apportata nel 1925 con successivo ampliamento dell’azienda in genere e particolarmente dello stabilimento, mentre i figliuoli aumentavano il prestigio della famiglia con invidiabili affermazioni nel campo dello studio e della professione. Onofrio Di Pierro veniva elevato alla carica di Canonico Palatino della Cattedrale di S. Nicola; il fratello, avvocato Agostino, veniva designato a Podestà di Noicattaro e infine il fratello Vincenzo, Assistente alla Clinica Chirurgica dell’Università di Bari.

Si giunse così nel 1929, anno che segnò, nell’incremento dell’azienda Di Pierro, un altro passo decisivo verso la grande affermazione industriale allorchè, da parte dei fratelli Di Pierro, si pensò di utilizzare i cascami dello stabilimento mediante la creazione dell’industria per lo sfruttamento della sansa. Sorse così, nel raggio dell’attività dell’azienda, un nuovo stabilimento sulla via di Casamassima, a gestione corporativa, che rappresenta la forma migliore di indipendenza e una sicura e redditizia agevolazione per gli olivicultori del luogo. Lo stabilimento oleario Di Pierro produce, durante il periodo lavorativo, 60 quintali di olio al giorno, mentre l’altro per la lavorazione delle sanse ne rende 20 quintali.

Giacomo Di Pierro morì nel 1935 lasciando meritatamente legato il suo nome alle fortune dell’azienda; egli seguì il figlio omonimo, morto recentemente, in età di 54 anni.

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Gli altri fratelli, comproprietari dell’importante azienda, sono anche azionisti della forte Ditta molitoria Francesco Divella, e uno dei fratelli, Giovanni, ne è socio accomandatario.

Classico esempio di azienda a conduzione diretta, quella dei Di Pierro in Noicattaro, non ha mai avuto bisogno di personale direttivo, essendosi anche giovata del prezioso ausilio dei fratelli più vicini al padre. Quando questo attivissimo vecchio morì ad 82 anni, il patrimonio, pur diviso tra i figli, continuò e continua ad essere amministrato in regime indiviso e a conduzione diretta.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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