DE BELLIS VITTI TOMMASO
La vita di Saverio De Bellis fu vita di lavoro di coraggiose iniziative; ed egli che discendeva da un ceppo di fortunati agricoltori, passò ad impiantare una piccola tessitura, che fu lo scopo della sua giovinezza. Nè a questo impianto si fermarono i suoi entusiasmi d’industriale, giacchè sarà uno dei primi pugliesi che impianterà un molino meccanico a cilindri.
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Fu amante di innovazioni ed affronterà viaggi all’estero, tra cui uno in Inghilterra per acquisto di telai e di impianti aggiornati. Dalle nozze con un’Andriani ebbe sette figlioli maschi: Giuseppe, Francesco, Nicola, Pasquale, Carlo, e Alfredo. Francesco sposa una Vitti, di famiglia castellanese e dalle nozze vedono la luce sei figli, di cui due maschi: Tommaso e Saverio.
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Nella famiglia Vitti ebbe ad emergere Francesco, ex capitano della Guardia Nazionale, Conciliatore ed avvocato in Trani (1860) e che quando stanco della laboriosità della professione in cui riportò gran successo e desioso della sua terra di nascita tornò a Castellana, ebbe a ben conoscere e prediligere il figliuolo della sorella, Tommaso, che designò quale suo erede.
Ciò portò anche alla unione del cognome Vitti a quello De Bellis ed al trasferimento del gran patrimonio terriero al giovane Tommaso, che ben meritò il lascito, migliorandolo, in seguito, con trasformazioni e dissodamenti nelle varie tenute.
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II di lui fratello, Saverio, ebbe in eredità paterna l’azienda molitoria, azienda che in seguito alla crisi fu affidata a Tommaso, che dal 1934 la riporta a nuova vita ed a un pieno successo, come già dal 19l1, con costruzione di case coloniche, di ben dodici sylos, con impianti di strade, con spietramento, con nuovi innesti, aveva enormemente migliorato la proprietà terriera.
Egli che è nel vigore delle sue attività è padre di dieci figliuoli, avuti dalle nozze con la signorina Teresa Mancini. Di essi sei maschi (Franco, Luigi, Marcello, Massimo, Giuliano e Bruno) sono stati avviati agli studi classici ed educati nei migliori collegi nazionali.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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