COSTANTINO GIOVANNI E SAVERIO

Esaminando le vicende e le affermazioni degli uomini nostri migliori, non può sfuggire la continuità della tradizione familiare di operosità, di altruismo, di patriottismo, di spirito d’iniziativa e di amore alla propria terra che contrassegna il Casato dei Costantino.

Tre generazioni vicine a noi, tre energie, tre campioni della nostra stirpe volitiva, alacre, audace ed intuitiva!

E’ Giovanni Costantino seniore che, sorto da famiglia di lavoratori modesti, onesti ed intelligenti, si affaccia alla vita con violente ansie di conquiste, sorretto com’è da una fiducia cieca nelle sue forze, da una salda coscienza delle sue capacità intellettive e spirituali.

E’ lui che non si scoraggia davanti agli ostacoli che le atonie e le incomprensioni ambientali frappongono al suo cammino deciso; è lui che, sognando una Bari potente nei traffici e nella industria, s’impone una nobile missione costruttrice, passa dal commercio dei tessuti alla creazione di un ‘industria tessile che rimarrà memoranda negli annali del progresso industriale Barese.

Antesignano delle lotte che agitarono il gran cuore della Regione della Puglia durante la fine dell’Ottocento e gli inizi del nuovo secolo, egli è da annoverarsi senza dubbio fra i creatori dell’odierna grandezza.

Egli divinò le future ascensioni di Bari e, potente fattore di bene, le preparò con l’ardimento, con l’abnegazione, con la miglior fede.

Fu patriota perchè seppe scavalcare e rimuovere ignavie e scetticismi mirando decisamente a fecondare una patria gloriosa per virtù dei suoi figli; fu ardito perchè con modesti mezzi tentò la vasta impresa di istituire in Bari un vero e proprio centro manifatturiero; fu un vittorioso perchè i suoi prodotti gareggiarono con quelli delle fabbriche congeneri dell’Alta Italia; fu un altruista perchè seppe avvicinarsi ai suoi collaboratori ed ai suoi operai con paterno amore.

Dopo trent’anni di mercatura in cui emerse per specchiata illibatezza e per fervore di operosità, creò nel 1887 l’ampio stabilimento posto all’Estramurale fornendolo di moderni macchinari, di luce e di aria ed investendolo delle sue sollecite cure, della sua perseverante tenacia, della sua indiscussa competenza in materia.

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Ben presto l’opificio per la tessitura dei filati in cotone ebbe vita rigogliosa ed affermò dovunque la sua produzione, decantata per la onestà industriale ed i saggi criterii tecnici che ne presidiavano la creazione.

Ma egli non riposa nulle vittorie conseguite. Nel 1910, a distanza di 23 anni dalla nascita del suo primo opificio, concepisce l’ardito progetto dell’impianto di una fabbrica di ghiaccio fornita di macchinari moderni, rispondente alle leggi d’igiene.

Ed anche nei riguardi di questa seconda iniziativa, pienamente realizzata, sorge il consenso popolare: la produzione riscuote l’appoggio ed il plauso della cittadinanza e sale a circa 200 quintali al giorno.

In questa industria, come nell’altra tessile. Giovanni Costantino divise ansie, progettazioni, preoccupazioni e successi col figlio Saverio che egli aveva mandato a Manchester, subito dopo aver compiuti gli studi secondari, per scaltrirlo nei misteri dell’industria manifatturiera inglese.

Alla chiaroveggenza, alla operosità, alla natura adamantina ed alle virtù organizzative del padre, s’innestarono le fresche energie del figliuolo, le di lui vedute moderne, la di lui saggezza nativa. Ed ecco che s’inizia il fecondo apporto della seconda generazione del Casato!

Saverio Costantino, nato il 1868, è uomo in cui lo spirito perennemente alacre, combattivo e giocondo testimonia di una giovinezza autentica di mente e di corpo.

Altezza di ingegno, nobiltà di cuore, cultura vasta, rara sicurezza nelle intuizioni si assommano in lui felicemente, sicchè egli in un dato momento della vita Barese si appalesa come un magnifico soldato della civiltà perseguente un miraggio luminoso di una Puglia prosperosa, forte e grande.

Amò infatti con filiale fervore la nostra Bari e le dedicò le sue fatiche e la sua azione pronta, affettuosa ed energica.

L’opera di Saverio Costantino fu di quelle che riabilitano un popolo da immeritata e longeva taccia; egli rivendicò ai pugliesi l’ardenza della fede, la costanza e la perseveranza che sono retaggio della stirpe e che ingiuste obblivioni condannarono alla misconoscenza.

Ecco perchè la sua opera segna, come pietra miliare, la marcia redentrice della Terra Pugliese.

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La Camera di Commercio di Bari, fucina di grandi idealità economiche e civili, lo ebbe a suo consigliere sin dal 1902, e fu in quel periodo nefasto della nostra vita in cui denunziati i trattati di commercio con la Francia, scosso il credito da imperversante bufera, egli si appalesò economista insigne, presentando a quel Consesso una elaboratissima relazione sul Credito delle Puglie; e fu una rivelazione. Assolse con competenza ed energia la conseguente carica di delegato della Camera nella Commissione istituita del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio per ravvivare le energie del Credito nelle Puglie.

E furono le sue prime armi, e nella sua diligente azione si rivelò degno della riconoscenza del Paese di cui propugnò validamente gl’interessi. Presentò nel settembre del 1902 un elaboratissimo progetto per un migliore ordinamento delle comunicazioni ferroviarie fra le Puglie e la Sicilia; il voto della riforma della Scuola Superiore di Commercio ed indi uno studio pregevolissimo per una geografia commerciale della nostra Provincia. Il 1903 lo trovò compilatore di una dotta e diffusa relazione sulla Importazione temporanea, importante iniziativa che portò alla riforma della legge all’oggetto vigente.

Il suo gran cuore gli dettò le importanti, razionali ed umanitarie modifiche alla legge ed al regolamento sugli infortuni del lavoro.

Caldeggiò con opera alacre la istituzione di un Collegio di arbitri presso la Camera di Commercio. La diffusione del Credito l’ebbe a valido propugnatore. Vincendo le difficoltà, fra gli ostacoli e l’ignavia degli scettici, volle, fortemente volle, caldeggiandone la istituzione e nel Consiglio Comunale ed in quello Camerale, la fondazione della Cassa di Risparmio di Bari e Provincia.

Gl’interessi supremi del Paese lo trovarono sempre all’avanguardia. Li sostenne validamente assumendoli come a dovere di cittadino e Bari rappresentò degnamente in congressi importantissimi e nel Comitato Esecutivo e nell’Assemblea superiore delle Camere di Commercio.

Delle opere di Saverio Costantino, cavaliere ufficiale della Corona d’Italia, restano le istituzioni da lui volute con tanto intelletto di amore, con superiore senso pratico, con energia perseverante. Ricordiamo l’Associazione Commerciale, quella degli Utenti Caldaie a Vapore, ed il Sindacato Pugliese, propulsori di civiltà, di progresso, di altruismo.

E nell’ardore con cui l’Estinto amò la diletta Patria sua, vanno ricercate le elevate aspirazioni, l’attività, la fede che sorressero Saverio Costantino in tutte le questioni di interesse economico e sociale. Combattette sempre strenuamente perchè Bari avesse visto sistemato il suo porto, ampliata la stazione ferroviaria, fondato il Deposito Franco, a cui l’illustre estinto dedicò studi, elucubrazioni, affettuose cure, redigendo memorie, relazioni, propugnando voti, instancabile, tenace, sempre in prima linea, sempre sulla breccia.

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Integrò così l’opera del padre suo, Giovanni Costantino, cavaliere del Lavoro, uomo probo, buono, modesto, forte tempra di lavoratore che iniziò in Terra nostra ad onore della mercatura pugliese l’industria tessile che impernia una delle più belle manifestazioni del lavoro umano.

Egli fu tolto ai viventi il 24 febbraio 1915, a soli due anni di distanza dalla morte del padre venerato, colpito da un male inopinato ed inesorabile. Lo piansero la moglie adorata Caterina Ietri ed i figli ancora in tenera età. Lo piansero tutti coloro che avevano imparato ad apprezzarlo e ad amarlo. Lo piansero i Baresi ed i pugliesi tutti.

Il figlio più grande, Giovanni, aveva solo 16 anni e non potè tener dietro all’opificio tessile perchè troppo gravoso per la sua età.

Erede degno delle tradizioni familiari, prese energicamente le redini della fabbrica di ghiaccio e si affermò, per onestà, lavoro, altruismo e capacità organizzativa, fra i più abili industriali della città di Bari.

Un giornalista, esaltando nel 1916 le virtù del compianto padre suo, così pose termine alla biografia apologetica:

«Ed ora a te, Giovanni Costantino; sorgi, combatti, onora la memoria dei tuoi maggiori.

A te, splendida promessa dell’avvenire, la missione di continuare l’opera magnifica, consolidando l’edifizio granitico da essi costruito pel benessere, pel decoro, per il prestigio della Regina della Puglia ».

Egli ha mantenuto fede all’invito ed, ispirandosi alle virtù dei suoi, ne ha perpetrato le benemerenze.

Lo sanno quanti hanno conosciuto e conoscono la sua opera di vice segretario del Fascio di Bari e di Segretario Federale della Federazione dei Fasci della Provincia di Bari, opera intesa a potenziare spiritualmente ed economicamente la nostra Terra.

Egli è stato anche il fratello maggiore, amoroso e comprensivo dei suoi quattro fratelli rag. Valentino, dott. Attilio, avv. Ettore, avv. Ezio e delle sorelle amatissime.

Egli rappresenta quindi mirabilmente la terza generazione moderna del Casato Costantino e ne rinverdisce di nuove linfe il solido tronco.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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