COCOLA NICOLA

Il nome del cav. uff. Nicola Cocola è assai gloriosamente legato alla esportazione frutticola della nostra regione.

La Ditta fu istituita ex novo dal cav. Nicola Cocola, il quale, fino all’età di vent’anni, era stato un semplice impiegato prima presso la Ditta Musci, indi presso la De Villagomez di Bisceglie. Volendo far da solo, cominciò verso i vent’anni a viaggiare ed a studiare l’andamento dei mercati nazionali e stranieri, indi fondò a Bisceglie la società Cocola e Pini, che, morto il Pini dopo pochi anni, rimase al solo Cocola.

Di famiglia biscegliese (il padre era un costruttore di frantoi) egli seppe assurgere ben presto a degna affermazione di personalità.

Da trentacinque anni a questa parte, infatti, egli lavora a Bisceglie, Adelfia e Trani (filiali principali della Ditta) da cui s’irradiano tutte le varie attività, invero grandiose, con rapporti italiani ed europei. Fin nella lontana Oslo, infatti, il cav. Cocola ha introdotto per la prima volta, e primo fra tutti gli esportatori europei, l’uva baresana, le ciliege e le uve in Finlandia, a Stoccolma, ecc.; le ciliege a Londra e altrove. Sulla scorta di un’organizzazione moderna e dinamica, la Ditta Cocola ha dimostrato con i fatti che le nostre uve vincono, in quanto al prezzo e sopratutto nei riguardi della loro qualità, la concorrenza delle più famose uve straniere.

Allorchè nel maggio del 1935 la Ditta iniziò l’esportazione della baresana, fu un vero successo di supremazia, che dura ancor oggi, nonostante non lievi ostacoli. Al cav. Cocola personalmente è dovuto anche il merito di una utilissima ed assai pratica innovazione, circa una più razionale confezione dell’imballaggio da spedizione. Ma la maggiore attività della Ditta Cocola, iniziata da qualche anno a questa parte, previo l’arredamento di un grandioso stabilimento sorto espressamente, è la lavorazione della sansa, in tutte le molteplici fasi di tale prodotto, allo sfruttamento del quale la Ditta si è ormai specializzata. Dalla distillazione, infatti, della sansa esausta, alle acque catramate pirolegnose; dalla produzione dell’acido acetico a tutti gli altri derivati in materia, è una continua, ininterrotta produzione similare, che dà lavoro a numerosa mano d’opera biscegliese.

A parte ciò, per conoscere la vera importanza della Ditta in questione, basterebbe accennare all’assoluta supremazia da essa acquisita sul mercato di Milano, dove la direttiva calmieratrice della vendita di frutta e verdura è da anni affidata al Cocola. Vinto da questi il concorso d’appalto per i mercati milanesi a mezzo di prezzo minimo su campioni in buste da un chilogramma suggellate all’origine, istituì spacci diretti di vendita sul mercato, iniziando così quell’azione di calmieramento, basato sulla costante qualità dei generi in rapporto ad un costante prezzo di vendita.

Crediamo inutile d’insistere sul grande contributo dato alla serenità economica delle grandi città (anche Roma e Torino seguirono presto l’esempio di Milano) dalla iniziativa della Ditta Cocola, che, vinto e organizzato il mercato di Milano, si rese realmente benemerita in tale disciplina, incrementando nello stesso tempo il commercio esportativo della produzione pugliese.

Tra le attività patrimoniali della Ditta Cocola sono anche da segnalare ben attrezzati vagoni refrigeranti, nei quali la frutta di esportazione viaggia con sicurezza massima ed arriva a destinazione fragrante e fresca.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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