CAPOTORTI FRANCESCO E FIGLIO
La famiglia Capotorti, di pretta origine molfettese, ha in Francesco l’iniziatore coraggioso, se pur modesto, di varie attività industriali.
Nel 1906 il Capotorti impiantò a Giovinazzo un molino, unitamente ai signori Maldarelli e De Gaetano, molino che avrebbe raggiunto più solide affermazioni, se nel 1915, dopo nove anni dal suo impianto, non avesse dovuto restringere e sospendere la sua attività. Infatti i tre soci sono richiamati alle armi e di essi il Capotorti presta servizio territoriale dal 1916 al 1918.
Dal 1919 al 1922, in Molfetta, avvierà un discreto lavoro, commerciando in cereali, e da questa attività è distolto, per invito di un gruppo di soci della S. A. Cooperativa Arte Bianca, che gli affidano l’incarico di Presidente e di Direttore tecnico della nascente azienda, designazione che premia le qualità morali e tecniche di lui.
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Per quattordici anni egli porterà il contributo della sua rara perizia nella giovane azienda molfettese, fino a quando rinascerà in lui l’ardente desiderio di tornare ad avere un molino proprio e questa volta spronato dal desiderio di avviare nel suo mestiere l’unico figliuolo maschio: Vincenzo. Infatti non perde tempo e rileva l’ex molino Allegretti, alla cui riattazione e miglioria si dedica, con un fervore giovanile, sorretto dalla tenace fede di vincere.
In breve una totale trasformazione è apportata all’ex molino, che è oggi un notevole ed imponente pastificio, arricchito da mezzi meccanici moderni, che facilitano la non lieve produzione di ottima pasta prodotta in tipi speciali e confezionata in eleganti pacchetti.
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Circa 25 operai assecondano l’opera del nostro Capotorti, che dal 1937 ha concluso un pò la sua instancabile attività di iniziatore, costituendo detto pastificio sotto la ragione sociale « F. Capotorti e Figlio ».
A lui, al figliuolo Vincenzo i nostri auguri.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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