AZZONE DON MARIANO
Mariano Azzone, o per indicarlo con maggiore chiarezza « don Mariano » (il don tra spagnolesco e nostrano, con cui il nostro popolo rende tutta una cara attribuzione di poteri ad alcuni signori) è discendente da una nobile famiglia, che da remota epoca visse agiata e ricca in Casamassima (1300).
Gli Azzone ebbero possedimenti vasti e feraci, tra cui notissimi quelli di contrada « fieno » dove attualmente risiede, circondato dagli affetti purissimi di una sana, temprata e giovane famiglia « don Mariano ». Appassionato agricoltore, ha ereditato l’amore alla terra dal padre e dagli avi. Suo nonno, Lorenzo, ebbe dalle nozze con una Giuliani, di ottima famiglia di Martina Franca, Pietro, che impalmò una Pastore di San Michele: Raffaella Pastore morta il 4-1-1930. (Anche di questa illustre famiglia pugliese ci siamo diffusamente occupati).
Nel 1871 nacque Mariano Azzone in Casamassima. Avviato ed educato agli studi i classici, nel 1890 si afferma quale esuberante goliardo alla Università di Napoli.
Classico tipo di « gentiluomo di campagna » lo ritroveremo giovanissimo negli agi della sua casa ospitale e delle sue tenute, chiamato dal supremo dovere di continuare tutta un’assistenza agraria tenuta in onore, per secoli, da padre in figlio.
Ed in quest’epoca la sua simpatia, il suo ingegno e la sua rettitudine lo faranno chiamare a Sindaco di Casamassima (1896, ossia a venticinque anni) dai concittadini che gli vogliono stima e bene. In quest’anno ed in veste di sindaco ei bacerà la mano alla futura Regina d’Italia.
Saggio amministratore, ostile alle faziosità, siederà in carica quasi ininterrottamente, fino a tre anni or sono, da Podestà.
Ora, in contrada «fieno» l’amore al mandorlo opimo, all’ulivo ed alla vite lo ha allontanato da ogni altra cura meno, naturalmente che da quelle domestiche perchè la sana ridente e bella figliolanza valgono, nel suo cuore ed in quello di ogni buon padre, perfino più della vite e dell’ulivo.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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