AVERSA ANTONIO E FIGLI
Antonio Aversa, nato il 1840 e morto il 1920, fu uomo molto sobrio ed amante del lavoro. Cominciò nel 1870 con un piccolo appezzamento di terreno, specializzandosi nella coltivazione di agrumi e di qualche pianta ornamentale: vendeva le piante di sua produzione e quelle di altri orticultori del posto.
Viaggiava spesso, facendosi conoscere ed apprezzare dai suoi clienti, che ebbero sempre di lui una grande stima, perchè lo trovavano sempre corretto e preciso. Malgrado fosse analfabeta, ricordava con precisione gli ordini che gli venivano conferiti dai clienti nel suo giro, e tornato a Monopoli, li faceva registrare da suo cognato.
Nell’anno 1905 suo figlio Rev. Vito assunse la direzione dell’azienda paterna, alla quale cominciò a dare uno sviluppo che andò sempre crescendo, fino a creare una grande azienda che è onore e vanto della Puglia.
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Il Rev. Vito Aversa comprese che bisognava ingrandire sopratutto lo stabilimento orticolo, e contrasse un fitto a lunga scadenza prendendo l’appezzamento che precisamente ora è la sede dell’azienda: in seguito, scaduto il fitto, il terreno fu acquistato nel 1926. In questo appezzamento i lavori di miglioria che furono fatti sono molti, e troppo lungo sarebbe enumerarli. Basti dire che i terreni furono dissodati con scassi profondi, furono stabiliti canali irrigatori e costruite cisterne d’acqua per l’irrigazione, poichè l’Acquedotto non era ancora arrivato a Monopoli, e in tutto si nota la mente direttiva del Canonico Aversa che ha fatto suo il motto: per aspera ad astra.
Ebbe coadiutore nella parte materiale della coltivazione delle piante il fratello Domenico, che poi si assunse l’andamento del giardino in via Oberdan.
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Nel 1906 entra a collaborare nell’azienda Aversa Michele Rotondo, ottimo coltivatore dì piante, che per la tecnica nell’allevamento e coltivazione, si può dire il braccio destro del Canonico Aversa.
Nel 1908 abbiamo la stampa del primo Catalogo di Casa Aversa: Catalogo che segue l’incremento dello stabilimento, e che si arricchisce ogni anno più, come ogni anno più cresce la importanza della Ditta.
Durante la guerra lo stabilimento ebbe una stasi crudele, e sembrava che tutto il lavoro del fondatore Antonio Aversa e del suo continuatore e figlio Canonico Vito, dovesse essere soffocato dalla crisi tremenda che per parecchi anni imperversò. Siccità terribili aggiunsero sfacelo allo sfacelo che aveva creato la guerra: ma il Can. Vito Aversa non volle mai disperare, e la fede nei nuovi destini della Patria lo animò anche nell’incrementare un’azienda che pareva destinata a scomparire.
E infatti, finita la guerra, lo stabilimento riprese la sua ascesa verso migliori destini, e nel 1922 il Rev. Vito Aversa, che nel frattempo si era associato suo nipote Antonio, essendosi accorto che questo era, un giovane che molto prometteva, si era dedicato all’azienda paterna con passione e con fede, cedeva a questi la direzione dello stabilimento, e, modesto come era vissuto, si ritirò a vita quasi privata.
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Antonio Aversa nipote ha ereditato dal nonno e dallo zio la passione per l’orticultura, e con maggiore sicurezza, derivata dagli studi profondi che egli ha fatto di agricoltura, e in particolar modo di giardinaggio e di orticoltura, ha saputo dare ancora un maggior incremento all’industria delle piante. Nel 1928, con gravi sacrifizi pecuniari, nello stabilimento viene fatto l’impianto dell’Acquedotto, che utilizzando l’acqua del Sele, non dà più da pensare per le siccite, ma lo tiene in tale efficienza, che ben a ragione può dirsi oggi essere lo stabilimento orticolo Aversa uno dei primi d’Italia.
Lo dimostra la sempre crescente clientela. Antonio Aversa non è soltanto l’orticultore, ma è l’appassionato e lo studioso, che alleva le piante con una tecnica perfetta, ed è riuscito a farsi stimare ed amare tanto che ha spesso degli incarichi importantissimi in Fiere e Mostre di ortofloricultura.
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Una delle pregevolissime creazioni di Casa Aversa è il mandarino di Monopoli, che ormai si è affermato nel mercato agrumario per la squisitezza del frutto, grosso e di sapore gradevolissimo.
Collaborano con Antonio Aversa nella parte pratica della coltivazione i fratelli Michele e Giuseppe, privi dell’opera di Michele Rotondo, che era stato uno dei migliori collaboratori, anche per la parte pratica, e che cessava di vivere nel 1935, ancor giovane.
Tratto da “Puglia d’Oro”
L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.
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